Quali sono le plastiche che si possono riciclare, tra norme e fattibilità
2 Mag 2024Mondo della plastica
La possibilità di riciclare e riutilizzare la plastica dipende non solo dalle sue caratteristiche tecniche, ma anche dalla legislazione e da precisi iter burocratici.
Quando parliamo di quali plastiche si possono riciclare in Italia occorre fare una distinzione tra ciò che è possibile fare a livello tecnico e ciò che è possibile fare a livello normativo.
Partendo dall’aspetto tecnico, ad oggi vi sono macchinari capaci di riciclare diversi tipi di plastica, in particolare:
- PET (Polietilene tereftalato): bottiglie per acqua e bibite, vaschette per alimenti, film plastici.
- PE (Polietilene): sacchetti per la spesa, pellicole per imballaggi, tubi e condotte.
- PP (Polipropilene): scatole per yogurt, film per imballaggi, componenti per auto.
- PVC (Polivinilcloruro): tubi e raccordi, profili per finestre, pavimenti.
- PS (Polistirene): vaschette per alimenti, bicchieri e piatti usa e getta, imballaggi per elettrodomestici.
Tuttavia, a fronte di una così grande diffusione di materiali plastici, ad oggi il riciclo è circoscritto ai soli imballaggi. Questi coprono una percentuale molto alta delle materie plastiche presenti nei rifiuti urbani, si stima oltre il 50%, ma non la sua totalità.
La legge che attualmente disciplina il riciclo delle materie plastiche è il Nuovo Codice Ambientale (D. lgs 116/2020). Inoltre, dal 1997, sono i consorzi di filiera a regolare nella pratica quotidiana il funzionamento del comparto. L’adesione dei produttori di plastiche ai consorzi è vincolata al pagamento del contributo CAC e determina la possibilità di entrare in un circolo virtuoso di riciclo e riuso del materiale. Tra i consorzi attivi, COREPLA si occupa nello specifico di materie plastiche, e fissa gli standard per poter o meno riciclare un manufatto in materie plastiche.
Purtroppo, ciò che ad oggi non è classificato come imballaggio è destinato alla raccolta indifferenziata. Nell’ambito della plastica, vi sono molti prodotti che avrebbero un valore tecnico e si potrebbero facilmente riciclare e riutilizzare, come giochi per bambini, secchi, bacinelle, pattumiere… Questo però non è ancora possibile a livello legislativo, poiché questo tipo di manufatti non rientra negli standard di COREPLA.
Nel tempo la raccolta differenziata e il riciclo hanno fatto passi in avanti a livello tecnico, e anche la normativa si è progressivamente aggiornata. Rimangono però in essere alcuni controsensi. Per molti anni, per esempio, piatti e bicchieri di plastica non potevano essere differenziati. A partire dal 2018 la normativa li ha inclusi tra gli imballaggi, tant’è che adesso è possibile riciclarli (fermo restando la progressiva eliminazione della plastica monouso). Restano però fuori dal computo le posate: pur se prodotte con la stessa plastica, sono destinate all’indifferenziato.
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